Ve lo ricordate Alfonso Pecoraro Scanio? Nel caso non ve lo ricordaste o proprio non sapeste chi sia questo signore ve lo dico io, è stato l’esponente più ‘famoso’ dei Verdi italiani, cioè del partito fondato nel 1990 che nel proprio manifesto poneva come punti chiave del programma politico i temi dell’ambiente e della pace. C’è stato un momento in cui, a causa dell’instabilità politica che caratterizza il nostro paese da almeno 50 anni, i Verdi hanno fatto anche la differenza garantendo ad una coalizione di sinistra la maggioranza parlamentare.
Peccato che nella loro breve storia i Verdi italiani non siano mai riusciti ad andare oltre il risultato ottenuto nel 1996 quando -facendo parte della coalizione dell’Ulivo- riuscirono a far eleggere 28 tra senatori e deputati. Dal 2008 ad oggi sono riusciti a far eleggere la bellezza di ZERO rappresentanti nelle istituzioni nazionali e altrettanti in quelle europee. Se lo chiedete a me, è una realtà in stato vegetativo, e nessuno vuole staccare la spina perché evidentemente c’è chi è contento così. Ma questo non è un blog dove si parla di politica, quindi…
La parola onomatopeica ‘boom’ si riferisce chiaramente a qualcosa che esplode, e tolti i fuochi d’artificio, tutto quello che fa boom finisce nella cronaca nera, così è stato per i Verdi italiani. Diversamente da loro però, i Verdi tedeschi, belgi e olandesi hanno fatto un altro tipo di boom, un boom buono, un boom che dà speranza a molti e che farà la differenza (si spera).
Nei giorni scorsi infatti si è parlato molto del risultato ottenuto in Baviera dal partito dei Verdi, che ha raccolto voti nelle formazioni avversarie come la CSU -troppo presa dai conflitti interni- che ottiene il risultato peggiore degli ultimi 50 anni, così i Verdi arrivano al 17,5% raddoppiando i consensi registrati alle precedenti elezioni grazie alla montante sensibilità del corpo elettorale per le questioni ambientali. Non posso affermare che ci sia una correlazione diretta ma pare che i cambiamenti climatici avranno ripercussioni pesantissime sulla birra, rendendo la sua produzione (e quindi consumazione) molto più onerosa, dite che la vittoria dei verdi nei giorni in cui viene lanciato questo allarme sia una coincidenza?
Il dubbio si fa ancor più angosciante quando penso che c’è un altro paese europeo che ha registrato un risultato simile, a sua volta famoso per l’affetto dimostrato verso la birra: il Belgio. Alle recenti amministrative la stragrande maggioranza delle liste verdi ha registrato un significativo aumento di consensi elettorali arrivando anche a segnare un +100% dei voti ottenuti rispetto alla precedente tornata, come è avvenuto ad Anversa. Bene anche i Verdi valloni che superano il 33% e possono addirittura avere voce in capitolo quando si parla della poltrona del primo cittadino nel comune di Ixelles, uno dei più popolosi della regione della capitale. Visto il trionfo trasversale dei Verdi in Belgio, si apprezza anche il fatto che per la prima volta nella storia del paese valloni e fiamminghi sono riusciti a mettere da parte i loro dissapori e lottare insieme per proteggere l’ambiente (e quindi la birra).
Ma quella che ha invaso il Belgio, questa ‘vague verte’ (onda verde), aveva già raggiunto le sponde olandesi qualche mese fa, contribuendo all’elezione di Femke Halsema, donna ecologista del partito verde GroenLinks (sinistra verde) che attualmente ha rappresentanti nelle assemblee elettive nazionali ed europee.
Queste realtà schierate apertamente a difesa dell’ambiente stanno vivendo una vera e propria epoca d’oro, spinta dal susseguirsi di grida d’allarme lanciate a più riprese dalla comunità scientifica, e in Italia chi porta avanti la battaglia per la sostenibilità ambientale? Ve lo dico tra un paio di giorni.