Il motto dell’ economiacircolare recita
‘Riduci (i tuoi bisogni e i tuoi consumi), riusa (ciò che già hai, trovando nuove destinazioni a cose apparentemente non più pronte all’uso) e ricicla (per abbattere il tuo impatto e reimmettere in circolo le materie prime)’
Il concetto alla base di questo mantra, contemporaneo più che mai, non ha origini antiche ma nobili sì, assolutamente, e benché stabilirne ufficialmente la data di nascita sia decisamente difficile, convenzionalmente si ritiene che risalga ad un rapporto presentato nel 1976 alla Commissione Europea da Walter Stahel, un architetto svizzero, e Genevieve Reday, autrice di numerosi testi su welfare e lavoro.
I due suggerivano che i processi osservabili in natura potevano trovare impiego anche nei sistemi di produzione, riducendo il numero degli scarti, riutilizzando gli scarti come materie prime seconde, cioè materie prime che risultano appunto come ‘avanzi’ di un processo produttivo diverso, e riciclando la frazione residua. Per approfondimenti c’è sempre wikipedia!
Pensate ad un albero in mezzo ad una foresta: questo nasce e cresce grazie al nutrimento presente nella terra, nutrimento che deriva dalla decomposizione del materiale organico come altri viventi giunti alla fine del loro ciclo biologico.
Adesso pensate agli sfrisi di ferro risultanti dalla lavorazione di profilati più grandi: se tradizionalmente non potevano che essere smaltiti, oggi c’è chi va a caccia di questi preziosi ‘scarti’ per impiegarli in nuovi processi produttivi. Così l’azienda che li produce non spende soldi per smaltirli ma ne guadagna vendendo i propri rifiuti, mentre l’azienda che li acquista si approvvigiona di materia prima a prezzi più convenienti e riduce l’immissione di scarti nel sistema dei rifiuti.
Ovviamente questo sistema non può funzionare all’infinito e ad un certo punto finiremo comunque col ritrovarci dei rifiuti in mano. Cosa possiamo fare? Possiamo trasformare una vecchia lampada che non funziona più in un vaso da fiori, o improvvisare uno stabilimento cartario per riciclare la carta in casa. Il problema è che al di là della soddisfazione personale il risultato potrebbe non essere all’altezza delle aspettative, molto meglio se invece diamo il nostro contributo ad affinare e perfezionare la raccolta differenziata.
Lasciamo infatti ai professionisti del riciclo il compito di ritrasformare i rifiuti in materie prime, da parte nostra sarà più che sufficiente conferire correttamente ciò che in casa nostra non avrà altro posto del cestino. In questo c’è un aiuto importante, perché ogni rifiuto fa quasi interamente storia a sé, installando Recyclize potrete imparare a migliorare la vostra differenziata in modo divertente!
Recylcize è un’app disponibile per il download gratuito su AppStore e PlayStore. E’ pensata per aiutare nel conferimento dei rifiuti migliorando le performance del sistema di raccolta partendo dal protagonista assoluto: il cittadino. Come lo fa? Non sciorinando numeri e mostrando grafici, mica vi vogliamo annoiare a morte, ma coinvolgendovi in un’esperienza di gioco che mandi un messaggio chiaro: riduci, riusa… Recyclize!