La scorsa settimana ero tornato ad imbrattare le pagine di questo blog dopo un periodo di assenza abbastanza lungo (‘anche i blogger vanno in ferie’ – una volta l’anno) dicendo la mia su come a volte la comunicazione non sia proprio efficacissima, specie quando punta tutto sul catastrofismo senza speranza.
Siamo spacciati, punto.
Ok allora se siamo spacciati perché mai dovrei sprecare tempo a fare la raccolta differenziata, no!? Tanto vale incendiare la mia immondizia direttamente in terrazzo e godere degli ultimi giorni che la nostra specie ha a disposizione per fare qualcosa di divertente come il decoupage in caduta libera*.
Ma il discorso è che abbiamo le conoscenze per interrompere questo circolo vizioso e la creatività per trovare soluzioni alternative a quelle in uso, quando se ne trovano di migliori.
Quindi oggi voglio darvi una dose di speranza, visto che è lunedì, diciamo per cominciare bene la settimana!
In Toscana c’è un comune che non arriva a 50.000 abitanti, Capannori, diventato ‘famoso’ perché quartier generale di Rossano Ercolini, uno dei più eminenti attivisti in ambito di rifiuti non solo a livello nazionale ma mondiale. Grazie anche all’operato di Alessio Ciacci, che ne è stato assessore all’ambiente, la cittadina di Capannori è riuscita ad implementare la strategia rifiuti zero portando la raccolta differenziata a quota 81%, poco sotto Treviso che arriva all’85%; questi risultati sono stati ottenuti grazie all’educazione della cittadinanza e al riconoscimento dell’impegno profuso con un sistema di tariffazione puntuale per cui meno indifferenziata produci, meno paghi. Qualcuno penserà ‘eh facile, prendo la mia indifferenziata e la butto da un’altra parte così risulterà che non ne produco’.
Eh no, perché c’è la raccolta porta a porta che misura in modo preciso quanta spazzatura produce ciascun nucleo familiare e come si compone. Risultato: ogni abitante di Capannori produce 78 kg di indifferenziata ogni anno, la media dei cittadini tedeschi (che sono anche tra i più virtuosi d’Europa in base agli indici attualmente in uso) è di ben 170 kg. Ci sono poi le famiglie ‘zero waste’, proprio come la famiglia di Rossano Ercolini, che produce 3 kg di indifferenziata all’anno. All’anno, avete letto bene.
Come si fa? Be’ con un consumo consapevole non è impossibile, si sceglie bene cosa comprare nell’ottica di una buona differenziata ma andremo nel dettaglio un’altra volta. Fatto sta che ad un certo punto, posto che una certa quantità di rifiuti finiva in discarica, il comune della rete Zero Waste, Rifiuti Zero appunto, ha dato un’occhiata a quello che non veniva riciclato, ed è stato verificato che una quota significativa era rappresentata da assorbenti, pannolini e pannoloni. Sulla base di questi risultati è stato sviluppato un piano strategico per incentivare il ricorso a strumenti riutilizzabili e quindi a minor impatto ambientale, ma ciò di cui voglio parlarvi è un’altra cosa.
Come ho già detto altre volte il risultato migliore si ottiene grazie alla sinergia tra autorità, società civile e produttori, sicuramente ve lo ricordavate, e sicuramente già lo sapeva di suo chi sta dietro la Fater spa, azienda che ha aperto i battenti in provincia di Treviso nell’ottobre 2017 unica nel suo genere a livello mondiale. Cosa fa questa azienda? Prende una tonnellata di pannolini (e simili) e la tratta, e recupera 150 kg di cellulosa, 75 kg di plastica e 75 kg di polimeri assorbenti. Solo 300 kg su una tonnellata? Be’ è un inizio, nel tempo miglioreranno le tecnologie a disposizione e il rapporto tra materia prima seconda recuperata e la materia trattata.
C’è però da sottolineare che nonostante l’impianto fosse operativo da più di un anno un impasse burocratico ne impediva il decollo, perché la Regione Veneto negava ai materiali processati (come la cellulosa) la qualifica di materia prima seconda riconoscendola comunque come un rifiuto e quindi ne impediva la vendita; solo con la recente sentenza del Consiglio di Stato, che ha dato ragione all’azienda e picche alla Regione, siamo giunti alla fine di questa inutile disputa. E di peggio c’è che ad un certo punto anche il Ministero dell’Ambiente si era messo di mezzo complicando ulteriormente le cose!
Adesso l’impianto riuscirà a processare 1000 kg l’anno di materiale, restituendo al mercato preziose materie prime seconde e riducendo la quantità di scarti conferiti in discarica o destinati all’incenerimento.
Come si potrebbe ulteriormente ottimizzare in questo ambito? Utilizzare ‘dispositivi’ non usa e getta come pannolini lavabili e la famosa coppetta (che a detta di molte fanciulle non è sto gran dramma ma io non dovrò mai pormi il problema quindi non voglio farla facile), spostando così il focus dal riciclo alla riduzione e al riuso!
Lunedì prossimo vi racconterò di un’altra bella idea carica di speranza, una di quelle idee fichissime dove uomini e animali fanno squadra per ottenere una grande vittoria, nel frattempo, se in casa utilizzate assorbenti pannolini o pannoloni informatevi su come conferirli correttamente nei bidoni di rifiuti e prendete in considerazione l’idea di passare a qualcosa a minor impatto ambientale!
*il decoupage in caduta libera funziona così: se riesci a decorare un vecchio carillon usando immagini di gattini tenerini il paracadute si apre, altrimenti torni a casa dentro il sacchetto dell’aspiratutto.