Ad aprile sono andato per lavoro nella provincia siciliana di Enna, ad Agira per la precisione, ed ho alloggiato presso il bellissimo resort ‘Relais Case al Borgo’, una di quelle strutture diffuse che ora riportano le persone in quei borghi altrimenti deserti; lì ogni mattina facevo colazione in piscina consumando una quantità sicuramente immorale e forse anche illegale di cassatelle al cacao e brioche con la ricotta (senza tuppo) tutto rigorosamente a km0, e dopo la consueta lavatina alle zanne imboccavo l’unica strada che portava alla sede della mia trasferta, a bordo del mio potente bolide (una scassatissima grande punto rossa presa a noleggio). Il panorama di cui godevo sulla via per l’ufficio era davvero meraviglioso, il sole scintillava sulla superficie increspata del lago Pozzillo, situato alle pendici dell’altura su cui si erge Agira, e la strada si snodava tra i rilievi siciliani ancora coperti dal grano, oltre il margine della carreggiata mi capitava spesso di incrociare un gruppo di cavalli che passeggiavano pigramente su e giù per le colline, greggi di pecore e… cumuli di immondizia. Già.
Pile di sacchetti pieni di rifiuti indifferenziati abbandonati ai lati della strada, autentici angoli di paradiso rovinati dall’inciviltà degli abitanti del posto, distese d’erba di un verde che non pensavo nemmeno esistesse punteggiate dai colori sgargianti di lattine e bottiglie di plastica abbandonate. Ma che caz..volo?! A Firenze noi di Verde Chiaro abbiamo da poco svolto un clean up in collaborazione con Croce Rossa Italiana, Erasmus Student Network e singoli volontari, hanno partecipato davvero tantissime persone e abbiamo trovato rifiuti di ogni genere per le strade, incluse siringhe usate, quindi non voglio assolutamente suggerire che la Sicilia sia sporca mentre altre regioni siano pulite come le strade di Tokyo. D’altro canto percorrendo le strade bianche della Val D’Orcia non troverete cumuli di sporcizia, né discariche improvvisate tra le creste senesi, o nelle vigne del Chianti fiorentino. Sono tutte risorse che vanno valorizzate, lì invece ho avuto modo di toccare con mano il disinteresse della comunità locale.
Occhio non vede cuore non duole, pensano forse i siciliani nel momento in cui abbassano il finestrino e lanciano un sacchetto di rifiuti nelle loro campagne, ma le conseguenze di un gesto simile si fanno sentire sia sul turismo, sia sull’ambiente, sia sulla salute, sia sull’economia. Come risolvere il problema rifiuti in una regione dove la gestione dell’immondizia è vista come un business più che un servizio per la comunità? La risposta è la stessa per tutti, si parte con l’educazione ambientale dei cittadini alla raccolta differenziata e si finisce con la predisposizione di un sistema che raccolga il rifiuto, lo conferisca agli impianti deputati al suo recupero ed infine lo reimmetta nella filiera produttiva.
Ma è evidente che in Sicilia qualcuno abbia fatto con discreto successo il gioco delle tre carte perché qualcuno dal Ministero dell’Ambiente ha contestato alla Regione Sicilia la mancata previsione di inceneritori (che -come non ci stancheremo mai di dire- sono una sconfitta in termini ambientali economici ed in fatto di salute) come invece previsto dall’infame decreto ‘sblocca italia’ del governo Renzi che sull’isola ne metteva in conto ben due.
Questo accadeva con Sergio Costa già alla guida del dicastero e tanto lui quanto il partito di riferimento si sono sempre detti contrari all’incenerimento dei rifiuti, quindi come stanno le cose? La curiosa circostanza ha sollevato non poche polemiche al punto che lo stesso ministro dell’ambiente Sergio Costa è intervenuto assicurando che impianti di incenerimento dei rifiuti non erano mai stati autorizzati in Sicilia, tuttavia le osservazioni fatte dal suo ministero non sono mai state ritirate, né è stato emanato un decreto correttivo dello sblocca italia…
E’ chiaro che al Ministero dell’ambiente c’è un problema di confusione generale, anche perché -caro Ministro Sergio Costa- per sapere chi sia l’autore delle famose osservazioni che si muovono in direzione ostinata e contraria rispetto al vangelo governativo basta guardare chi ha firmato le osservazioni, o forse sono state inviate in forma anonima?