Il governo MaZinga (dai questa portmanteau è bellissima!) ha messo nelle mani del suo alfiere, il ministro dell’Economia e delle Finanze Roberto Gualtieri, il destino della rivoluzione green italiana, inviando l’ex eurodeputato a negoziare con Bruxelles un più ampio spazio per manovrare l’economia italiana sperando di invertire l’andamento del nostro PIL che in tempi recenti si è attestato su valori prossimi allo zero.
Pur confermando mosse mal viste dai partner europei in quanto incompatibili con un’economia instabile come quella nostrana, il ministro ha intenzione di chiedere uno strappo alle regole sulla gestione del debito pubblico proponendo di scorporare, dalle soglie fissate per limitare l’indebitamento, gli investimenti ‘green’ onorando così quel Green New Deal che ha riportato la questione ambientale sui tavoli delle trattative di più alto profilo istituzionale. L’accordo in punto di sostenibilità tra le forze di maggioranza, oggi M5S e PD domani chissà, era già stato trovato e rifuso nel contratto di governo ed ora si cerca di persuadere i paesi membri dell’Unione ad accettare che dal calcolo dell’indebitamento italiano vengano esclusi i fondi necessari a far partire la cosiddetta rivoluzione verde.
Fortunatamente anche la Germania sta cercando di approvare un mega piano di interventi pubblici che peserà per circa 40 miliardi sulle finanze tedesche quindi non siamo soli a volerci indebitare per una svolta autenticamente green, la differenza sostanziale è che le casse teutoniche stanno moooooolto meglio delle nostre quindi l’indebitamento che ne risulterebbe non spaventa; nello stivale invece ci piace complicare tutto, anche le cose più banali, quindi con il nostro mini-piano da una decina di miliardi destiamo la preoccupazione di tutti i paesi dell’Unione che guardano alle nostre mosse in campo economico col fiato tirato, specie perché di qui al 2033 contiamo di investire 126 miliardi, che anche nel bilancio di uno stato con un PIL di 1700 miliardi non sono esattamente briciole di pane. Quindi un certo scetticismo è legittimo da parte di Bruxelles, soprattutto vista la nostra fama di paese capace di far svanire soldi come Copperfield fece con la Statua delle Libertà, con la sola differenza che a fine trucco i soldi non riappaiono mentre i soliti noti si ritrovano -per fare un esempio- con una barca nuova, con un attico in centro, con la droga in valigia *coffcoff*fattidicronaca*coffcoff*…
Tuttavia il nostro paese ha appena defenestrato quella corrente euroscettica che annovera tra i suoi rappresentanti gli eurodeputati campioni indiscussi di assenteismo, conseguentemente il sentimento di fiducia nelle istituzioni dell’Unione deve essere in qualche modo consolidato, come pensate che prenderebbero i cittadini italiani un eventuale picche alla richiesta di una maggiore flessibilità per incentivare la rivoluzione verde?