Nel 1972 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si sveglia di buon umore e proclama il 5 giugno ‘Giornata mondiale dell’ambiente’, World Environmental Day, nella speranza che richiamare l’attenzione della popolazione globale sul tema della salvaguardia del nostro ecosistema potesse innescare una presa di coscienza, un cambiamento, e da lì un’inversione di tendenza.
Acqua.
In generale il 5 giugno è il giorno in cui tutti ci sentiamo spinti ad essere più rispettosi dell’ambiente e per 24 ore facciamo attenzione a non buttare le sigarette in terra, a fare bene la differenziata e magari -viste le belle giornate- ad andare a lavoro in bici. Ma già il giorno dopo il cestino è davvero trooooppo lontano poi in fondo è solo un mozzicone, se metto la lattina nell’indifferenziata non muore nessuno e la bici non ha l’aria condizionata, così tutti torniamo alle buone vecchie cattive abitudini.
Quest’anno, in particolare, il 5 giugno, che a me ricorda tanto il 5 novembre di Guy Fawkes, una data importante dagli echi rivoluzionari, è dedicato al tema dell’inquinamento dei mari, che nonostante sia un problema vecchio come il presepe e a lungo trascurato, sembra essere diventato tutto d’un tratto la nostra principale preoccupazione. E’ un bene che finalmente la maggior parte di noi abbia smesso di fare lo str…uzzo ed abbia tirato la testa fuori dalla sabbia, ma ora che le spiagge paradisiache di mezzo mondo sono ridotte a discariche a cielo aperto, non basta più un tiepido risveglio, ciò di cui abbiamo bisogno è una reazione animata da ardente desiderio di riscatto.
I veri responsabili dell’inquinamento, a 360 gradi, sono paesi che si sono sviluppati rapidamente in poco tempo, dove la cultura del ‘riciclo’ in senso lato non si è ancora affermata. In Asia infatti il progresso tecnologico ha portato plastica ed alluminio ma non l’idea che una volta usati debbano essere trattati; come sappiamo l’ideale sarebbe riciclarli ma anche il conferimento in discarica è preferibile all’abbandono in mare o nell’ambiente. Sfortunatamente chi è stato in India sa benissimo che tutto viene semplicemente gettato in terra, così persone mezzi di trasporto e mucche si trovano a fare lo slalom tra i cumuli di rifiuti che punteggiano strade e campagne. Ma non è un problema solo dei paesi in via di sviluppo, pensate che negli Stati Uniti, paese che ha dato i natali a tanti prodigi del mondo scientifico e tecnologico, appena il 31% del vetro viene immesso nella filiera del riciclo (dati del 2009, ma rispetto al 2006 la crescita è stata del solo 3%).
A fare la differenza è la maturità delle istituzioni ma soprattutto la coscienza collettiva della società civile: di fronte ad un’amministrazione comunale un po’ pigra infatti è la cittadinanza a poter innescare il cambiamento chiedendo -ad esempio- il passaggio dalla raccolta differenziata coi bidoni alla raccolta porta a porta spinta, se il sindaco ci tiene alla sua poltrona inizia a lavorare, altrimenti addio fascia tricolore.
Cosa abbiamo deciso di fare noi per aiutare la causa? Recyclize. Noi abbiamo fatto Recyclize. Lo sapete cos’è Recyclize? E’ un’app gratuita per fare la differenziata, o meglio, per imparare a farla bene senza morire di noia. Scaricandola sul vostro telefono da Google Play Store o App Store potrete imparare a conferire i rifiuti correttamente, differenziandoli in base alle regole generali sulla differenziata.
Lo so, speravate che scaricando Recyclize il vostro telefono facesse la differenziata per voi, uscendo a buttare il sacchetto dell’organico quando fuori ci sono 40 gradi o piove a catinelle, ma è come sperare che impostando la modalità volo il vostro telefono vi porti a Bali. Ancora non siamo arrivati a quel punto, e il telefono, in questo caso come in molti altri, può solo funzionare da strumento didattico.
Per spiegare come funziona la differenziata mio padre mi mise davanti ai bidoni colorati che aveva piazzato in giardino e mi disse ‘questo va qui, quello va lì, questo qua, quello là’. Quattro tipi di cose, altrettanti bidoni. Facile. Poi sono arrivati i poliaccoppiati, gli involucri compositi, il pyrex che sembra vetro ma non va nel vetro, la plastica che ‘sembra plastica ma non è’ e non dà neppure l’allegria, e insomma il gioco si è complicato notevolmente, così la differenziata, che aveva preso piede è andata incontro ad una brusca battuta d’arresto.
Le istituzioni hanno reagito con programmi informativi, brochure, depliant, volantini e altre cose che hanno finito per uccidere di noia moltissime persone, senza contare la carta sprecata. Come arrivare alle persone allora?
Se i metodi tradizionali non funzionano cosa possiamo fare? Cambiare metodi, la tecnologia oggi ce lo consente. Ed ecco che arriva il team di Recyclize, un progetto nato dalla mente del nostro Gregorio, sviluppato grazie alle conoscenze informatiche di Carlos e Fabio e supportato da Giovanni, che dà il ritmo ai rematori. Poi sono arrivato io, Niccolò, oltre ad imbrattare le pagine di questo blog mi occupo della casa, cucio i mantelli, cucio le mascherine e sono segretamente innamorato di Don Diego(cit). Ad oggi abbiamo una app, una bella app, anzi bellissima, un’app che vuole cambiare le cose, aiutarvi a fare bene la raccolta differenziata senza farci un soldo.
L’app è gratis -parola magica- e nella sua versione alpha prevede un livello di gioco in cui trascinare i rifiuti in caduta verticale all’interno del giusto bidone. ‘Agganciando’ il rifiuto con il dito vi appaiono due suggerimenti: in alto a destra vedrete la descrizione del rifiuto, mentre in basso il bidone giusto si illumina e voi non dovrete far altro che buttarci dentro quello che avete tra le mani. Un sistema di punti incentiva il giocatore a migliorare le proprie performance e in futuro ai punteggi migliori verranno offerti degli incentivi di vario tipo (stay tuned!).
I puristi del settore diranno che non è perfetta, e lo sappiamo, abbiamo un sacco di idee per renderla più accattivante, più coinvolgente e più completa, perché vogliamo contribuire a migliorare la raccolta differenziata in Italia facendo divertire le persone, col tempo si fa tutto. Se l’app è gratis cosa ci guadagniamo? Noi nulla, anzi, ci abbiamo già speso un sacco di soldi, realizzare un’app non costa poco, lo avreste mai detto? Il tempo passato a programmare, a curare il sito, a lavorare sulla grafica, a scrivere articoli, i soldi per le licenze, per i modelli 3D, la pizza a domicilio, tutto questo è stato ed è ancora, per noi, un costo, ma l’app è gratis perché dietro l’interfaccia grafica di questo blog e dell’app c’è una squadra di persone che credono in qualcosa e questo qualcosa è la tutela dell’ambiente.
In questo 5 giugno 2018 vi ricordo che centrare il cestino con quel mozzicone, andare a lavoro in bici, adottare un albero, usare una borraccia di alluminio invece di 80 bicchieri di plastica, fare la doccia invece del bagno, sono tutte buone pratiche e fate bene a domandarvi tutti i giorni se c’è qualcosa in cui possiamo fare ANCORA meglio. Allo stesso modo fare lo sforzo di differenziare correttamente i vostri rifiuti è qualcosa che va a beneficio di tutto il villaggio globale. Se avete figli vi invito a riflettere sul fatto che siamo tutti bravi a dire che dobbiamo lasciare alle generazioni di domani un mondo migliore, poi però domandatevi: cosa stiamo facendo in concreto perché il mondo di domani sia davvero migliore? Scaricare Recyclize richiede pochi minuti, giocarci non produce gli effetti lobotomizzanti di tante altre app, e dietro il nostro lavoro non c’è la strategia commerciale di un’azienda alla quale serva fare greenwashing.
Quindi per la giornata mondiale dell’ambiente, alle buone pratiche sostenibili già in uso, potete aggiungere un altro gesto importante che non vi costa nulla: scaricare Recyclize e farla scaricare a tutti quelli che conoscete (a titolo meramente informativo vorrei segnalare che le armi da fuoco hanno un elevatissimo potere persuasivo); se l’app vi è piaciuta, correte a darci una bella review, mettete un bel like alla nostra pagina facebook e seguiteci su twitter, mandateci i vostri feedback e se avete idee per migliorarla scriveteci, parlatene a chiunque tramite social, usatela per attaccare bottone alla fermate del bus o alla lavanderia a gettoni, lasciatevi ispirare per scrivere una poesia, dedicatele una via, chiamate il vostro primogenito Recyclize, insomma, spread the word! E non per noi, (l’ho già detto che non ci guadagniamo nulla?) per l’ambiente! Tutelare l’ambiente, chi ha detto che non si può fare giocando?