Ho deciso di scrivere questo pezzo in occasione della giornata mondiale della salute, ispirato da un servizio di Alessandro Cinque, fotografo molto giovane ma molto bravo che seguo attraverso i social, scelto tra tanti per esporre durante la terza edizione del Closer – Dentro il reportage, festival dedicato alla fotografia sociale che si è svolto dall’8 al 10 marzo nei locali della QR Photogallery di Bologna. Lo sguardo del fotografo volge alla regione peruviana di Cuzco. il cui territorio è devastato dall’attività estrattiva trattandosi di un distretto minerario particolarmente vitale, ma tremendamente deregolamentato, il che consente alle grandi compagnie di realizzare profitti osceni in danno all’ambiente e alla popolazione. L’estrazione del rame in queste zone ha un impatto terrificante sulla vita delle persone e sull’ecosistema, pensate che nella città di Tintaya l’omonima miniera, sfruttata dalla compagnia mineraria anglo-svizzera Xstrata, ha prodotto nel 2011 oltre 74.000 tonnellate di rame per le quali ha consumato una quantità immonda di acqua, acqua che da un lato è stata sottratta all’agricoltura locale, compromettendo la produzione alimentare necessaria al sostentamento della popolazione, e dall’altro ha generato un inquinamento su larga scala ormai irreversibile: la ‘pulitura’ del rame infatti immette nella circolazione un particolato che avvelena la terra, l’acqua e l’aria, l’intero ciclo biologico ne è intriso! Viene respirato, viene bevuto con l’acqua, assunto mangiando le verdure coltivate con acqua contaminata, e persino mangiando la carne di animali che sono stati allevati con la stessa acqua. I cittadini di Cuzco non hanno scampo. Il fatto che io vi riporti questa storia in occasione della giornata mondiale della salute evidenzia quanto sia drammatica la situazione che viviamo a livello globale, nessuno escluso.
Ci sono state spesso tensioni nella zona, manifestazioni dove episodi di violenza non hanno mancato di verificarsi fino all’estremo della morte dei manifestanti, vere e proprie rivolte alimentate dagli abitanti che chiedono un intervento serio da parte delle autorità e della compagnia mineraria alla quale si vorrebbe imporre un pagamento del 30% in diritti minerari, a fronte dell’attuale 3%, oltre a misure per mitigare l’impatto dell’attività estrattiva sull’ambiente e sulla salute delle persone. La cosa che lascia sgomenti è la sostanziale indifferenza delle autorità di governo rispetto a questo problema che ovviamente fatica a trovare una via di risoluzione; pensate che il sistema sanitario nazionale nella regione non eroga le prestazioni necessarie costringendo gli abitanti che se lo possono permettere a pagare di tasca propria per le cure necessarie, erogate dalle fiorenti cliniche private, e gli indigenti a dover rinunciare alle cure, fino a morire tra atroci sofferenze.
C’è chi cerca -nonostante gli inviti a desistere, rivolti con il tipico metodo mafioso- di tenere la popolazione informata degli sviluppi, facendo la conta dei morti e dei danni, ma non sembra che ci siano soluzioni in vista perché le persone non riescono ad organizzarsi in modo compatto e le istituzioni sembrano essere poco inclini a prendere in mano la situazione. Vi riporto tutto questo nella giornata mondiale della salute, per ricordarvi che esiste un legame indissolubile tra il benessere delle persone e il territorio in cui queste vivono, ma non storcete il naso pensando che certe cose esprimano un’arretratezza socio culturale che riguarda soltanto i paesi in via di sviluppo, perché nel nostro paese non mancano rifiuti tossici sepolti sotto spiagge paradisiache o caricati su navi che vengono fatte affondare in alto mare. Tanto più che l’inquinamento in tutte le sue forme è l’unico a poter entrare in qualunque paese senza visto né passaporto alcuno. Ma a noi pesa fare la raccolta differenziata. Ah be’… Come dicevo la manifestazione dove Alessandro Cinque ha esposto i suoi scatti è già giunta al termine ma se volete dare un’occhiata al suo lavoro Internazionale ha pubblicato alcuni dei suoi scatti, li trovate qui.