C’è chi va in missione istituzionale alle Canarie e chi invece continua a raccogliere info per tenere il blog di Recyclize sempre fresco, come la verdura dal fruttivendolo sotto casa #tepiacerebbe. Nelle scorse settimane ci sono stati tantissimi sviluppi interessanti sul tema dell’economia circolare, tema che avevamo già trattato per sommi capi, in primis il pacchetto di direttive UE che gettano le basi per la una circular economy istituzionale, una struttura che cristallizza quindi i dogmi fondamentali di questa filosofia trasformandola da insieme di buone prassi a precetto normativo. La prima luce verde si è accesa lo scorso dicembre e il via libera definitivo è previsto per giugno, nel frattempo vediamo un po’ cosa ci aspetta.
Per chi fosse digiuno di diritto dell’Unione Europea, mentre il regolamento stabilisce l’obiettivo e il percorso da seguire per arrivare a destinazione, lo strumento della direttiva si limita al risultato lasciando al singolo stato membro la libertà di scegliere come arrivare a destinazione (in linea di massima), questo ovviamente desta qualche perplessità sull’effettiva portata dell’impegno che viene richiesto ai singoli membri, ma è difficilmente ipotizzabile un precetto che attui un cambiamento tanto radicale, in un settore per di più cpsì complesso dove ogni stato segue le proprie regole.
Per quanto riguarda la gerarchia dei rifiuti ‘ridurre’ e ‘riusare’ cessano di essere semplicemente il mantra dei frikkettoni per assurgere al rango di autentico precetto. Per far sì che il vangelo dell’economia circolare diventi un preciso impegno di tutti è stato introdotto, tra i tanti, l’obbligo per i produttori di imballaggi di costituire consorzi per il recupero dei rifiuti prodotti per evitare che tutto finisca in discarica. Mirabile dictu, per una volta il nostro paese non è il fanalino di coda.
Laddove sarà possibile, quindi, dovrà essere privilegiato il recupero e il riuso, tenendo il conferimento a termovalorizzatori e discariche come ultima spiaggia visto che rappresentano la fine della filiera e una sconfitta su tutti i fronti. In questa ottica sono stati fissati anche nuovi obiettivi nella riduzione dello spreco alimentare che dovrà essere ridotto del 30% entro il 2025 e della metà entro il 2030%.
Nella raccolta differenziata niente più conti della serva: finché ognuno ha presentato i risultati ottenuti nella raccolta differenziata usando tabelle di comodo per fare i conti, sembrava che tutti fossero prossimi a riciclare il 100% dei rifiuti prodotti, ma con l’introduzione di criteri uniformi, al centro di durissimi negoziati, sembra che molti ‘virtuosi’ dovranno abbandonare il piedistallo su cui si erano morbidamente adagiati per scendere in mezzo ai comuni mortali. La stagione in cui tanti erano soliti ostentare risultati lontani dalla realtà è prossima a finire, adesso tutti dovranno fare la conta della raccolta differenziata secondo regole condivise e il risultato è comunitario: 55% dei rifiuti differenziati e riciclati entro il 2025, 60% nel 2030 e 65% nel 2035. Anche sulla quota di rifiuti portati in discarica è stato fissato un tetto davvero ambizioso: 10% entro il 2030! Se il nostro paese si attesta al 28% (conferendo quindi quasi 3 volte il massimo previsto dal pacchetto di direttive), ci sono paesi che hanno di fronte una strada ben più lunga come la Romania che conferisce quasi l’80% dei rifiuti solidi urbani nelle proprie discariche. L’importanza della raccolta differenziata è fodamentale, del resto solo con un recupero efficiente è possibile reimmettere la materia prima seconda nel ciclo produttivo come vuole l’economia circolare!
Quello che però fa davvero la differenza nel perseguimento di questi obiettivi è la sensibilità della società civile, vi faccio un esempio: nella mia città, Firenze, in alcune zone sono stati installati dei bidoni con la chiavetta per monitorare quanto indifferenziato conferisce ciascun cittadino, tale chiavetta viene consegnata a ciascun individuo che sia iscritto nel database comunale per il pagamento della TIA, la tariffa di igiene ambientale. Il risultato è che accanto ai bidoni si accumulano delle pile interminabili di sacchetti di rifiuti indifferenziati, oltre ad un buon numero di sacchetti conferiti irregolarmente nei bidoni della raccolta differenziata per carta, alluminio, vetro, plastica ed organico. Perché?! Perché c’è chi è iscritto ma non ha mai richiesto o ritirato la chiavetta, c’è chi non ha un regolare contratto e quindi non può nemmeno richiedere la chiavetta, c’è il turista di passaggio che non viene informato dal padrone di casa e chi invece alla raccolta differenziata nemmeno ci pensa.
Se rispetto all’impasse burocratico Recyclize non può nulla, perché sta ad altri snellire i vari iter e vigilare sul rispetto delle norme sugli affitti, quando si parla di corretto conferimento del rifiuto differenziato la nostra bellissima app è quel che ci vuole! La gamification è entrata nelle nostre vite senza chiedere il permesso in quanto modalità di apprendimento più agile e meno impegnativa: il concetto non si fissa dietro la minaccia di un brutto voto o più in generale all’ombra del fallimento, ma sotto la spinta della retribuzione psicologica! Hai vinto, hai fatto bene, è proprio così che si fa, sei un campione. E la cosa bella è che se vinci tu vincono tutti, perché se diventi un fenomeno a fare la raccolta differenziata va tutto a beneficio della società, quindi direi che è arrivato proprio il momento di fare una partita a Recyclize!